Ice limit by PRESTON Douglas & CHILD Lincoln

Ice limit by PRESTON Douglas & CHILD Lincoln

autore:PRESTON Douglas & CHILD Lincoln
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 8845422348
editore: Sonzogno
pubblicato: 2002-11-17T23:00:00+00:00


XXXIV

Isla Desolación

ore 10.24

Rochefort aprì la porta del decrepito capanno degli attrezzi e spostò le casse di lato, scoprendo la botola di accesso e il suo alone di luce fluorescente. Stringendo i pioli della scaletta, cominciò la discesa, con un computer palmare e la radio che gli pendevano dalla cintura. Evans lo seguì, canticchiando una versione stonata di Muskrat Ramble.

La principale emozione che Rochefort provava in quel momento era l’imbarazzo. Il breve tragitto dalla baracca al capanno degli attrezzi gli era sembrato lungo un’eternità. Benché l’area dei lavori fosse deserta, aveva sentito su di sé dozzine di sguardi, la maggior parte dei quali, senza dubbio, carichi di rimprovero.

Aveva sistemato il cinquanta per cento di martinetti in più di quanto sembrava necessario. Era una procedura standard indicata nei manuali dell’EES ed era sembrato un margine ragionevole. Ma aveva fatto male i conti. Avrebbe dovuto fare appello alla doppia copertura e installarne il duecento per cento. Ma il fattore tempo era sempre stato presente, condizionando ogni decisione. Lloyd esercitava pressioni su Glinn e alla fine tutto quello che facevano ne veniva influenzato. Così lui aveva proposto il centocinquanta e Glinn non aveva messo in dubbio la sua decisione. Nessuno gli aveva detto una parola su quell’errore, né aveva minimamente accennato al fatto che un errore fosse stato commesso. Ma ciò non toglieva che si fosse sbagliato. E lui non poteva accettarlo. In quel momento era sopraffato dall’amarezza.

Giunto sul fondo, si affrettò lungo la galleria, chinando istintivamente il capo sotto i tubi di luce fluorescente. Catene di cristalli di ghiaccio, formatisi dalla condensa dell’alito degli operai, aderivano come piume sulle travi e sulle armature. Evans, che camminava dietro di lui, le sfiorava con un dito, canticchiando.

Rochefort si sentiva umiliato, più che preoccupato. Sapeva che, anche se i martinetti del settore sei avessero ceduto, possibilità trascurabile, era improbabile che il meteorite facesse qualcosa di diverso dal tornare al suo posto. Era lì da millenni, e le leggi della fisica stabilivano che probabilmente ci sarebbe rimasto. Nel caso peggiore, avrebbero dovuto tornare al punto di partenza.

Il punto di partenza. La sua espressione s’indurì. Voleva dire più martinetti, forse anche più gallerie. E pensare che aveva raccomandato a Glinn che tutto il personale del Museo Lloyd restasse a casa e che l’operazione fosse condotta esclusivamente dall’EES, limitando il ruolo di Lloyd a prendersi il meteorite dopo aver pagato la parcella. Per qualche recondita ragione, Glinn aveva consentito a Lloyd di ricevere aggiornamenti quotidiani. E questa ne era un’inevitabile conseguenza.

Il tunnel raggiunse il settore uno, poi svoltava di novanta gradi. Percorso il tunnel principale per una dozzina di metri, Rochefort si infilò in una delle deviazioni laterali, che raggiungeva il lato opposto del meteorite. La radio gracchiò. «Mi avvicino al settore sei» rispose.

«Le letture indicano che tutti i martinetti di quel settore, esclusi il quattro e il sei, devono essere sbloccati» lo informò Glinn. «Ci aspettiamo che tu finisca il lavoro in sedici minuti.»

Rochefort pensò: Dodici, ma rispose: «Affermativo».

La galleria laterale girava intorno alla parte anteriore del meteorite e si suddivideva in altri tre tunnel più piccoli.



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